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DA QUESTA MANOVRA VOGLIAMO OTTENERE DI PIU’

L’ABOLIZIONE DEL CASHBACK? UN REGALO AGLI EVASORI. MA NELL’ITER CHE SEGUIRA’ IN PARLAMENTO, DA QUESTA MANOVRA VOGLIAMO OTTENERE DI PIU’, SU SUPERBONUS, PENSIONI E TUTELA DEL LAVORO
Condivido le parole di Alessandra Todde, vice presidente del MoVimento 5 Stelle e vice ministra allo Sviluppo economico, che sulle pagine del quotidiano La Stampa ha difeso ciò che abbiamo ottenuto in questi anni di governo e ha rilanciato l’impegno e tenere alta la guardia e a lavorare affinchè l’iter parlamentare della legge di bilancio porti ulteriori garanzie.
L’ho detto e lo ribadisco, come sottolineato anche dal presidente Conte: questo non è il governo politico dei nostri sogni, ma siamo qui per portare a casa risultati per i cittadini.
Ecco l’intervista di Alessandra Todde a La Stampa.
𝗡𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗼𝘃𝗿𝗮 𝗰’𝗲̀ 𝘂𝗻 𝗺𝗶𝗹𝗶𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗶𝗻 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗿𝗲𝗱𝗱𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮𝗱𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗮, 𝗺𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼𝗹𝗹𝗶 𝗽𝗶𝘂̀ 𝘀𝗲𝘃𝗲𝗿𝗶 𝗲 𝘂𝗻 𝗱𝗲𝗰𝗮𝗹𝗮𝗴𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗮𝘀𝘀𝗲𝗴𝗻𝗼. 𝗔𝘃𝗲𝘁𝗲 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗮𝘂𝘁𝗼𝗰𝗿𝗶𝘁𝗶𝗰𝗮?
«Non possiamo che essere orgogliosi di averlo difeso e rifinanziato, migliorando però gli aspetti legati all’accettazione delle offerte di lavoro, perché è uno strumento a supporto dei cittadini più fragili, ma deve essere anche chiaro che il lavoro congruo e dignitoso non si può rifiutare, specialmente in un momento di ripartenza. È importante facilitare l’incontro tra la domanda e l’offerta, per questo le imprese che assumono i percettori del reddito hanno diritto a sgravi».
𝗜𝗹 𝗰𝗮𝘀𝗵𝗯𝗮𝗰𝗸 𝗲̀ 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗯𝗼𝗰𝗰𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝗗𝗿𝗮𝗴𝗵𝗶. 𝗦𝗶𝗲𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝘂𝘀𝗶?
«È ormai chiaro che non tutti, a differenza del M5s, tengono ad un vero piano anti-evasione: ripristinare il cashback, rivedendo la misura dopo la prima applicazione, sarebbe servito a continuare a orientare i consumatori verso i pagamenti digitali e quindi a contrastare gli oltre 100 miliardi di evasione annui persi in Italia. Se vogliamo abbassare le tasse a imprese e cittadini, l’unico modo è recuperare colpendo l’evasione. Io parlo di continuo con le Pmi, le Partite Iva: sono le prime categorie a scontare l’evasione fiscale. Se alcuni partiti preferiscono strizzare gli occhi a chi ogni giorno evade a danno della collettività, troveranno il M5s in prima linea sul fronte opposto in difesa della legalità».
𝗣𝗮𝘀𝘀𝗶𝗮𝗺𝗼 𝗮𝗹 𝗦𝘂𝗽𝗲𝗿𝗯𝗼𝗻𝘂𝘀 𝗮𝗹 𝟭𝟭𝟬%. 𝗖’𝗲̀ 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗹𝘂𝗻𝗴𝗮 𝘁𝗿𝗮𝘁𝘁𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮, 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗮𝘃𝗲𝘁𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼?
«Perso? Abbiamo approvato una legge di bilancio che è per 3/4 a nostra firma. Grazie al lavoro corale del Movimento, il Superbonus 110% – che vale 12 miliardi di pil e 150 mila posti di lavoro – viene prorogato. Abbiamo reso strutturale Transizione 4.0, rifinanziato il Fondo Centrale di Garanzia per le pmi con ulteriori 3 miliardi, istituito con 2 miliardi un ulteriore stanziamento contro il caro bollette e tagliato il cuneo Fiscale con 8 miliardi andando in continuità con quanto fatto nel Conte 2. Dove vede la sconfitta?»
𝗖𝗶 𝘀𝗮𝗿𝗮̀ 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝘃𝗲𝗻𝗶𝗿𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝘀𝘂𝗹 𝗦𝘂𝗽𝗲𝗿𝗯𝗼𝗻𝘂𝘀 𝗶𝗻 𝗣𝗮𝗿𝗹𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼?
«Il superbonus è servito come volano per rilanciare una fetta importante del Pil nazionale. Abbiamo ottenuto una prima estensione della proroga alle abitazioni monofamiliari. I nostri parlamentari sono già al lavoro per presentare proposte migliorative che possono risolvere le criticità, dando risposte chiare ai tanti che esprimono preoccupazione. Infatti, dobbiamo allargare la platea delle famiglie e stiamo già lavorando per un ulteriore innalzamento del limite Isee: il Parlamento potrà ancora incidere».
𝗖𝗮𝗽𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶. 𝗙𝗿𝗮 𝘂𝗻 𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘀𝗶 𝘁𝗼𝗿𝗻𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲 𝗙𝗼𝗿𝗻𝗲𝗿𝗼?
«Bene che in manovra siano state accolte alcune nostre proposte su lavori gravosi e Ape sociale. Altro si può e si deve migliorare in Parlamento. Guardando oltre, dobbiamo aprire quanto prima un confronto con le parti sociali per giungere ad una riforma delle pensioni che superi definitivamente la legge Fornero, garantendo flessibilità in uscita e tutelando i giovani che a causa di carriere precarie e discontinue rischiano di avere assegni bassissimi. Dobbiamo evitare a tutti i costi che ciò accada».
𝗧𝗲𝗺𝗲 𝗹𝗼 𝘀𝗯𝗹𝗼𝗰𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗹𝗶𝗰𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶? 𝗤𝘂𝗮𝗻𝘁𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗶 𝘁𝗮𝘃𝗼𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗰𝗿𝗶𝘀𝗶 𝗮𝗹 𝗠𝗶𝘀𝗲?
«Al Ministero dello Sviluppo Economico abbiamo gestito positivamente lo sblocco lo scorso luglio evitando migliaia di licenziamenti. Anche questa volta il governo è pronto a gestire in maniera seria le eventuali difficoltà che potrebbero emergere. Mi auguro che qualsiasi sia la scelta, anche legittima, non venga mai a mancare la responsabilità sociale. Ad oggi i tavoli di crisi sono 88, a fronte dei 149 che risultavano a dicembre del 2019, di cui 57 aperti e 31 in via di conclusione e in stato di monitoraggio».
𝗖𝗼𝗺’𝗲̀ 𝗶𝗹 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗼𝗿𝘁𝗼 𝘁𝗿𝗮 𝗶𝗹 𝗠𝟱𝘀 𝗲 𝗗𝗮𝗻𝗶𝗲𝗹𝗲 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗼? 𝗦𝗲 𝗮 𝗳𝗲𝗯𝗯𝗿𝗮𝗶𝗼 𝗗𝗿𝗮𝗴𝗵𝗶 𝘃𝗲𝗻𝗶𝘀𝘀𝗲 𝗲𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗖𝗼𝗹𝗹𝗲, 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗽𝗼𝘁𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘀𝗽𝗲𝗻𝗱𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮 𝗣𝗮𝗹𝗮𝘇𝘇𝗼 𝗖𝗵𝗶𝗴𝗶?
«Franco è un ministro del governo Draghi con cui il Movimento collabora lealmente. Mi hanno insegnato fin da bambina che in politica i tempi sono tutto e non si può ragionare con i se e con i ma. Per questo mi limito a parlare del presente e di cosa oggi possiamo fare per sostenere il rilancio dell’Italia. Sappiamo cosa significa governare e sappiamo quanto sia importante la responsabilità di governo».
𝗜𝗹 𝗱𝗹 𝗱𝗲𝗹𝗼𝗰𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗮𝗹 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲 𝗮𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗢𝗿𝗹𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗲̀ 𝘀𝗽𝗮𝗿𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗶 𝗿𝗮𝗱𝗮𝗿. 𝗔𝘃𝗲𝘃𝗮 𝗿𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗴𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗮 𝗱𝗶𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗮𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗺𝗮𝗶 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗼?
«È richiesto dalle pmi, loro rappresentano l’indotto spesso spazzato via dalle multinazionali che delocalizzano. Credo verrà introdotto per ascoltare queste richieste e sono contenta che la maggioranza della politica si sia resa conto dell’importanza di questo passaggio. Sono convinta che anche Giorgetti condivida questo aspetto».