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GIUSTIZIA: L’IMPIANTO RESTA QUELLO DI BONAFEDE, MA IL M5S HA SCONGIURATO MODIFICHE PEGGIORATIVE E APPORTATO GROSSE MIGLIORIE AL TESTO DELLA CARTABIA

È stato il Movimento 5 Stelle a sollevare i problemi ed è merito nostro se l’Anm, De Raho e Gratteri sono stati sentiti in audizione. Ed è stato sempre il M5S a sottolineare i problemi evidenziati dal Csm.
Giuseppe Conte ha tenuto duro sui punti importanti, e insieme, parlamentari e ministri pentastellati, siamo riusciti a ottenere le modifiche necessarie per evitare che venisse bruciato in appello l’80% dei processi.
In questo sono d’accordo con la collega portavoce Giulia Sarti, che, nel ruolo di relatrice al testo, ha ben seguito l’evolversi della vicenda alla Camera.
Come ha spiegato anche Giulia, nel testo originario i reati gravi contro la pubblica amministrazione e i reati di mafia, se complessi, avrebbero avuto al massimo 3 anni di vita in appello prima della improcedibilità. Noi abbiamo portato tutti i processi, per qualsiasi reato, se complessi, a 4 anni in appello fino al 31 dicembre 2024. Abbiamo ottenuto proroghe infinite in appello per reati di mafia, voto di scambio politico mafioso, terrorismo, violenza sessuale aggravata. Quest’ultimo è l’emendamento Ferraresi.
Un altro successo riguarda il fatto che che qualsiasi reato aggravato dal metodo mafioso, come il traffico di rifiuti, la corruzione o il riciclaggio di denaro, arrivi a 6 anni in appello fino al 31 dicembre 2024.
Quindi, la sostanza è che siamo riusciti a stabilire un corretto equilibrio. Non dimentichiamo che nel Decreto Reclutamento abbiamo anche previsto risorse per potenziare il personale dei tribunali e fare in modo che ci siano le professionalità che permettono di accelerare i tempi, quindi c’è un grosso investimento, grazie al PNRR, perché i processi si completino nel tempo giusto. Poi, grazie ai nostri emendamenti fortemente voluti, i processi più complessi, compresi gli ecoreati, avranno più tempo.