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Esondazione del fiume Panaro. Interrogazione a premier e ministro

Qui il testo integrale dell’interrogazione, di cui sono prima firmataria, presentata il 9 dicembre in merito all’esondazione del fiume Panaro nel Modenese.

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Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. –

Premesso che:

il 6 dicembre 2020, il fiume Panaro è esondato nei pressi di Nonantola (Modena), travolgendo l’argine e creando una breccia presso via Tronco, località Gaggio, situata a Castelfranco Emilia;

l’ondata d’acqua ha allagato le abitazioni e le attività fino al centro abitato di Nonantola;

l’evento calamitoso è stato causato da una situazione meteorologica avversa, ma non eccezionale, caratterizzata dallo scioglimento della neve in quota e dalla pioggia a carattere torrentizio che ha colpito il territorio;

la popolazione locale è stata evacuata dalla protezione civile attraverso alcuni gommoni, trovando rifugio presso parenti o amici oppure in centri di accoglienza. Si registrano inoltre gravi danni ad edifici, ai negozi, alle colture e alla fauna locale;

contestualmente è avvenuta anche l’esondazione del torrente Tiepido a Fossalta nel comune di Modena;

in seguito a tale calamità, la Regione Emilia-Romagna ha richiesto lo “stato di emergenza” al Governo;

considerato che:

le criticità nel punto di rottura dell’argine del fiume Panaro erano già state ravvisate in anni precedenti da alcuni tecnici specializzati ed erano note alle istituzioni territoriali e locali che non hanno saputo risolvere tali problemi;

in un articolo dal titolo “Evidence of an emerging levee failure mechanism causing disastrous floods in Italy” pubblicato nell’ottobre 2015 su “Water resources research”, una delle riviste più accreditate nel settore dell’idrologia e delle risorse idriche, si descriveva, prevedendola con un anticipo di 5 anni, la rottura dell’argine nel punto dove è effettivamente avvenuto lo scorso 6 dicembre. Era quindi nota la criticità in quel particolare luogo dove, tra l’altro, erano stati già fatti dei lavori di emergenza durante l’analogo evento di piena nel gennaio 2014;

a parere degli interroganti, non è stata fatta la necessaria manutenzione nel punto dell’argine che ha ceduto, nonostante la debolezza fosse nota. Inoltre non è stata attivata nessuna progettazione per il ripristino della portata del fiume. Come sostenuto da diversi tecnici e comitati ambientalisti locali, la portata del fiume risulta troppo limitata e non riesce così a smaltire, in maniera adeguata, le piene d’acqua;

nel corso di quest’ultima piena, le casse di espansione del Panaro avrebbero funzionato nel migliore dei modi, ma ciò non sarebbe stato sufficiente per evitare i danni accaduti contestualmente a Nonantola e in località Fossalta;

rilevato che:

la rottura dell’argine del Panaro, in località Gaggio, nel comune di Castelfranco Emilia del 6 dicembre è del tutto analoga alla rottura dell’argine del Secchia avvenuta il 19 gennaio 2014 in località San Matteo nel comune di Modena e probabilmente le cause sono le medesime;

il territorio modenese è da sempre caratterizzato da numerose attività industriali e culturali che rischiano di essere fortemente penalizzate dalle continue esondazioni dei fiumi Secchia e Panaro e di altri corsi d’acqua che lo attraversano;

nel precedente atto di sindacato ispettivo 3-01312 erano state evidenziate le criticità per quanto riguarda la manutenzione e la messa in sicurezza del fiume Secchia, per cui non bastano gli interventi in emergenza ma si rende improcrastinabile una riprogettazione per mettere il territorio in sicurezza contro le piene per tutto il nodo idraulico modenese;

i disagi recati dalle piene che si sono succedute nel corso degli anni e la conseguente chiusura dei ponti sul fiume Panaro e Secchia stanno creando diverse difficoltà anche dal punto di vista della viabilità;

alle persone coinvolte in queste situazioni viene costantemente chiesto di mettere al sicuro se stesse, i propri beni ed arredi posizionandoli ai piani superiori. I cittadini sono invitati a non uscire di casa e a non spostarsi con mezzi di trasporto privati e pubblici,

si chiede di sapere:

se il Governo intenda, in seguito alla richiesta pervenuta dalla Regione, dichiarare lo stato di emergenza nazionale in conseguenza dell’ondata di maltempo che ha colpito la regione Emilia-Romagna e in particolare il territorio modenese;

quali iniziative intenda adottare perché si faccia chiarezza sullo stato ambientale del fiume Panaro, del fiume Secchia e del nodo idraulico modenese nonché per monitorare e verificare l’attività degli organismi decisionali ed attuatori in modo che vengano effettuati gli adeguati lavori di manutenzione e messa in sicurezza evitando ulteriori danni alla popolazione, alle realtà economiche e produttive della zona oltre che al patrimonio culturale e ambientale del territorio.