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MANTOVANI E PICCININI (M5S): «CARENZA DI MASCHERINE CERTIFICATE: OCCORRONO DISCIPLINARI DI PRODUZIONE E KNOW HOW CONDIVISO E CERTO»

BOLOGNA, 18 APRILE – «Il responsabile del laboratorio di Bologna, dove si fanno i test per validare le mascherine filtranti come dispositivi da fornire al personale sanitario, ha sottolineato nei giorni scorsi come solo una piccola parte dei prototipi sottoposti alla loro attenzione ricevano l’autorizzazione. La situazione, denunciata dal dottor Francesco Saverio Violante, è dovuta al fatto che lo standard europeo richiede determinate caratteristiche di filtrazione e respirabilità difficili da ottenere. Viste le tante aziende che si sono convertite o dedicate a questa produzione (o che vorrebbero farlo) e vista la grandissima necessità di tali dispositivi di protezione, non è accettabile che si riesca ad autorizzare solo un numero tanto limitato di prodotti»: così la senatrice M5S Maria Laura Mantovani e la consigliera regionale M5S dell’Emilia Romagna Silvia Piccinini.

«Non possiamo fare a meno di puntare e investire sulla produzione interna, anche perché, data la richiesta altissima a livello mondiale, non possiamo certo pensare di poter risolvere l’attuale carenza con le importazioni – proseguono le due esponenti pentastellate – Da più parti è stata chiesta la formulazione di un vero e proprio disciplinare di produzione, preparato e diffuso a livello centrale, che possa fornire lumi su come procedere al meglio. Occorre un know how condiviso e aperto, occorre che chi ha la conoscenza (ci sono aziende storiche che già si muovono da tempo in questi settori produttivi) la condivida con le istituzioni, le quali poi potrebbero standardizzarla e metterla a disposizione delle aziende che potrebbero così mettere a regime la produzione rispondendo alla richiesta e alla necessità, anche convertendo momentaneamente e velocemente le loro produzioni. È ormai di primaria importanza pensare a una norma che disponga la condivisione del know how produttivo in nome dell’interesse nazionale».

«Ora più che mai c’è bisogno di garantire la disponibilità sul mercato dei dispositivi di protezione individuale: non ci può essere fase due senza le necessarie tutele per tutti i lavoratori di quelle filiere produttive che riapriranno» dichiara Silvia Piccinini.

«Nel frattempo, come M5S, e noi stesse con il nostro impegno personale – proseguono le due pentastellate – ci siamo date da fare per individuare esperti che potessero fornire almeno linee guida di massima sui materiali da utilizzare e sulle modalità di composizione. In particolare, mettiamo a disposizione tre documenti redatti da due Politecnici italiani, quello di Bari e quello di Milano».

QUI le linee guida del Politecnico di Bari per i materiali e le modalità di produzione delle mascherine

QUI quelle del Politecnico di Milano sempre per le mascherine

QUI le linee del Politecnico di Bari anche per i materiali e la realizzazione degli altri dispositivi di protezione diversi dalle mascherine

«Naturalmente ci sono anche le tante aziende che optano per realizzare prodotti senza certificazione, perfettamente legali, che vanno a soddisfare, almeno parzialmente, la richiesta di mascherine che arriva dalla popolazione. Queste hanno uno scopo diverso da quelle dei sanitari o per chi opera sul posto di lavoro, i quali hanno bisogno di dispositivi medici o di dpi – conclude Mantovani – Anche quelle non certificate sono utilissime per arginare possibili veicoli di contagio quando i semplici cittadini escono in luoghi pubblici».