MANTOVANI (M5S): «LEZIONI ONLINE GRAZIE ALLA PIATTAFORMA DI UNIMORE: ESEMPI POSITIVI A REGGIO E MODENA»
5 MARZO – «Un modo per essere già in linea con la nuova strategia della Commissione Europea e per tutelare adeguatamente i dati dei minori: è l’utilizzo per la didattica a distanza di piattaforme come quelle universitarie che possono garantire alle scuole di ogni ordine e grado di organizzare le lezioni online in tutta sicurezza e semplicità. E che offrono maggiori garanzie rispetto alle piattaforme private che vanno per la maggiore. A Modena e Reggio Emilia ci sono scuole che già stanno andando in questa direzione»: così la senatrice M5S Maria Laura Mantovani in merito all’attività di riorganizzazione delle didattica che le scuole si trovano a fronteggiare in questo periodo di stop per l’emergenza coronavirus.
«Sì, l’università di Modena e Reggio Emilia ha messo a disposizione la propria piattaforma per creare aule virtuali con cui gli insegnanti possono riprodurre la vita comunitaria di classe e le normali attività in aula, con videoconferenze e lezioni per gli studenti» spiega il professor Tommaso Minerva, docente di statistica al Dipartimento di educazione e scienze umane di Unimore. «Il liceo Canossa di Reggio Emilia è già partito. La settimana scorsa hanno organizzato un collegio docenti virtuale e da stamattina sono partiti con le lezioni alle classi. Altre tre scuole di Carpi stanno facendo le prime prove e mi auguro che partano. Come Università siamo molto attenti alla sicurezza e alla gestione dei dati. Il servizio che abbiamo messo a disposizione di alcune scuole – ovviamente gratuitamente – fornisce le più ampie garanzie in tal senso».
«Siamo partiti con le classi quinte per ora – spiega Daniele Cottafavi, dirigente scolastico del liceo Canossa – e ci stiamo organizzando per ampliare la modalità anche ad altre classi».
«Si tratta di una forma di collaborazione e sinergia che potrebbe rivelarsi molto produttiva a livello territoriale, una collaborazione tra università e scuole del territorio senza precedenti. Inoltre parlando di innovazione dobbiamo tenere conto che per quanto riguarda le competenze digitali la scuola italiana è 26a in Europa, quindi veramente in una posizione di retroguardia. L’occasione del COVID-19 è un ottimo propulsore, ma non dobbiamo partire con il piede sbagliato. Le piattaforme fintamente gratuite messe a disposizione dai GAFAM, potrebbero utilizzare i dati degli studenti come base per algoritmi predittivi per avvantaggiare ulteriormente i colossi extraeuropei. Invece l’utilizzo delle piattaforme universitarie, oltre ad offrire garanzie di tutela dei dati, permetterebbe di mantenere la sovranità digitale europea e ci metterebbe nella condizione come sistema Paese di recuperare credibilità verso i partner europei e portare valore aggiunto al sistema della formazione – aggiunge la senatrice Mantovani – I soggetti pubblici, come per esempio le università, possono appunto mettere a disposizione le proprie piattaforme e le competenze acquisite, permettendo ai docenti delle scuole di essere immediatamente operativi per effettuare la didattica a distanza, nel pieno rispetto delle garanzie di tutela che la scuola deve mettere in opera».