CASO AFFIDI A BIBBIANO. IL MIO INTERVENTO A RIMINI
Venerdì 26 luglio ho partecipato all’incontro “Procedure e cautele in tema di affidamento di minori” organizzato al Centro Congressi Sgr di Rimini dal senatore M5S Marco Croatti.
Ecco il mio intervento:
È trascorso un po’ più di un mese dal 21 giugno, data dell’Ordinanza del GIP Luca Ramponi del Tribunale di Reggio Emilia.
Da allora i sistemi mediatici parlano dei bambini sottratti ai loro genitori naturali per affidarli ad altri. Mai più bimbi sottratti alle loro famiglie.
C’è anche molta battaglia politica sui media, ma il dovere di ciascuno è captare le sfaccettature e le angolazioni di un problema che fortunatamente è venuto a galla e ora tutti vogliono vederci chiaro.
Posso dire che nel Comune di Cavriago, che è uno dei Comuni della Val d’Enza, nella persona della consigliera comunale Natascia Cersosimo, che è anche mamma e operatrice sanitaria, aveva alzato l’attenzione sui numeri dei bambini in carico ai servizi sociali quando nel 2016 in consiglio chiesero l’aumento delle risorse stanziate per i servizi sociali perché c’erano 22 nuovi bambini che non erano stati previsti. Questa notizia è stata un campanello d’allarme, ma certo non potevamo immaginare che cosa ci fosse dietro e non avevamo nessuna prova di abusi o di illeciti.
Tuttavia l’incremento dei numeri degli affidi è stato anche il motivo che ha fatto scattare le indagini del Tribunale di Reggio Emilia. Allora è interessante capire che cosa ha scritto il GIP Luca Ramponi nelle 277 pagine dell’ordinanza, dopo 2 mesi di intercettazioni ambientali.
Chi è messo sotto accusa?
I principali indagati, che sono agli arresti domiciliari (ora Foti ha ottenuto l’obbligo di dimora) sono:
2 psicoterapeuti della onlus Hansel e Gretel che avevano un incarico con l’Unione
3 assistenti sociali, di cui una è la dirigente dei Servizi sociali dell’Unione della Val d’Enza, una è la coordinatrice dei servizi sociali dell’Unione, vicaria della dirigente, il terzo è un assistente sociale che risulta anche socio della Hansel e Gretel.
Il sindaco di Bibbiano.
Sono poi indagati e sottoposti a divieto di svolgere la loro attività per 6 mesi altre 9 persone tra psicologi, psicoterapeuti ed educatori.
Sono indagate altre 5 persone psicologhe, neuropsichiatre, assistenti sociali ed educatrici, ed altre 6 persone tra cui appartenenti allo staff dirigenziale/decisionale dell’AUSL di Reggio Emilia a cui si sono aggiunti 2 ex sindaci di Montecchio e Cavriago.
Infine sono indagate altre 3 persone affidatarie di 2 dei bambini coinvolti.
I bambini coinvolti da questa indagine sono una decina. In particolare 4 di questi sono stati già restituiti ai genitori naturali. Una bambina con questa ordinanza è stata allontanata dalla famiglia affidataria.
Leggendo l’ordinanza del GIP si evince che principalmente sono messi sotto accusa un certo modo di operare dei responsabili e degli operatori dei servizi sociali della Val d’Enza. Poi solo in second’ordine anche 2 delle famiglie affidatarie.
Le accuse: un caso pilota: in relazione alla presunta violenza sessuale subita dalla bambina è stato formato un atto pubblico ideologicamente falso, costituito da “un disegno della bambina risultato parzialmente contraffatto con l’aggiunta di un paio di mani ad una figura maschile posti in posizione corrispondente all’area genitale dell’immagine disegnata dalla bambina per rappresentare se stessa”
Questo è solo uno dei tanti esempi riportati nelle 277 pagine dove coinvolti sono una decina di bambini.
L’accusa più grave quindi è che gli operatori dei servizi sociali, psicologi, psicoterapeuti, inducessero falsi ricordi nei bambini, e falsificassero verbali e relazioni per dimostrare che i piccoli avevano subito abusi ed era pertanto necessario allontanarli dalla propria famiglia. E durante il percorso continuavano ad indurre false suggestioni nei bambini.
Perché facevano questo? Quali motivazioni? Sempre nell’ordinanza si leggono tutta una serie di vantaggi economici che ne traevano alcuni degli indagati per sé e per terzi.
Il giudice Spadaro del tribunale dei minori di Bologna ha disposto che vengano rivisti tutti i 70 casi di bambini seguiti dai servizi sociali nei comuni della Val d’Enza.
Inoltre 4 dei 10 bambini dell’inchiesta Angeli e Demoni sono già ritornati a casa dalle loro famiglie naturali.
Ora tutti vogliono vederci chiaro.
In Senato nelle commissioni riunite 1a Affari Costituzionali (di cui faccio parte) e 2a Giustizia stiamo istituendo in tempi record una commissione d’inchiesta. Questa commissione sarà composta da 20 senatori e da 20 deputati.
Era già depositato un disegno di legge per una commissione d’inchiesta parlamentare di inchiesta sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori, che era motivato anche dalle risultanze della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, a conclusione dell’indagine conoscitiva sui minori “fuori famiglia”, che ha evidenziato l’inadeguatezza del sistema di rilevazione dei dati concernenti i minori fuori famiglia, il quale non è apparso idoneo a garantire informazioni aggiornate e fruibili sul numero complessivo degli stessi e la loro relativa collocazione.
La Commissione parlamentare, nel trarre le conclusioni dell’attività conoscitiva svolta, ha raccomandato ancora una volta il pieno rispetto del dettato della legge n.149 del 2001, che dispone espressamente che «le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia», e delle altre disposizioni normative che prevedono interventi di sostegno alle famiglie con minori, sia di tipo economico, sia di tipo sociale, affinché siano evitati allontanamenti dal nucleo familiare per meri problemi economici.
Ora questo disegno di legge è stato sottoscritto anche da tutto il gruppo M5S al Senato. Inoltre nelle commissioni riunite è stata votata all’unanimità la modifica della procedura di approvazione in sede deliberante, in questo modo la procedura di approvazione sarà veramente veloce, senza necessità di andare in Aula, appena approvata in commissione verrà trasmessa immediatamente alla Camera, presumibilmente la settimana prossima. Siamo infatti alla fase emendativa. Tutti i gruppi parlamentari sono d’accordo per introdurre alcune modifiche per ampliare i compiti della commissione
In particolare, la Commissione avrà il compito di
a) verificare lo stato e l’andamento non solo delle comunità di tipo familiare, ma anche di tutti gli affidatari che accolgono minori, nonché le condizioni effettive dei minori affidati con riferimento anche al rispetto del principio della necessaria temporaneità dei provvedimenti di affidamento; Verificare anche il numero dei provvedimenti emessi dai tribunali per i minorenni; verificare le modalità operative dei servizi sociali; verificare l’esito dei provvedimenti emessi dai tribunali per i minorenni; verificare la temporaneità dei provvedimenti di affidamento
b) verificare il rispetto dei requisiti minimi strutturali e organizzativi prescritti per le strutture di tipo familiare e le comunità di accoglienza dei minori
c) effettuare controlli, anche a campione, sull’utilizzo delle risorse pubbliche destinate alle comunità di tipo familiare che accolgono minori e valutare la congruità dei costi anche con riferimento alle differenze di carattere territoriale
d) valutare se nella legislazione vigente sia effettivamente garantito il diritto del minore a crescere ed essere educato nella propria famiglia e rispettato il principio in base al quale l’allontanamento del minore dalla famiglia di origine deve costituire un rimedio residuale e che in ogni caso esso non può essere disposto per ragioni connesse esclusivamente alle condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la responsabilità genitoriale;
e) verificare il rispetto del divieto di esercizio delle funzioni di giudice onorario minorile per coloro che rivestono cariche rappresentative in strutture comunitarie ove vengono inseriti minori da parte dell’autorità giudiziaria o che partecipano alla gestione complessiva delle strutture stesse o ai consigli di amministrazione di società che le gestiscono, ovvero per coloro che svolgono attività di operatore socio-sanitario o collaboratore a qualsiasi titolo delle strutture comunitarie medesime, pubbliche e private.
Concludo dicendo che anche come parlamentari, rappresentanti e portavoce di tutti i cittadini, indipendentemente dal gruppo politico di appartenenza, alla luce di tutto ciò, vogliamo vederci chiaro.
La commissione parlamentare di inchiesta ha gli stessi poteri di un tribunale. Per questo opererà per fare luce e per modificare quelle procedure di legge che sarà necessario rendere più giuste e per monitorare e sorvegliare sull’applicazione delle norme perché ingiustizie sui bambini non devono più accadere.