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Dati aperti, accessibili, trasparenti insieme a tutela della privacy: passi da compiere

“DATI A CHI?”, è il titolo che quest’anno hanno dato al LINUX DAY, l’iniziativa dedicata al software libero, alla cultura aperta e alla condivisione.

Tutto giusto e io lo sostengo da sempre, occupandomi di information technology e di sicurezza digitale.

Ma poniamoci oggi, con rigore e attenzione, anche nell’ottica di un’analisi impietosa di ciò che sta accadendo alle informazioni che circolano in rete. Ci sono esperienze virtuose che vanno consolidate, ampliate, adottate; è ci sono utilizzi molto meno virtuosi che vanno contrastati senza ipocrisie.

Innanzi tutto è utile sottolineare che gli scienziati vivono di dati e il metodo scientifico si basa sull’analisi dei dati; ed è proprio da essi che si attinge conoscenza, partendo dai dati si elaborano teorie e, quindi, di conseguenza si prendono decisioni. Per questo i dati sono massimamente importanti, devono essere considerati un bene comune e devono essere raccolti e gestiti sempre con la finalità della massima trasparenza, correttezza e verificabilità, perché così si fa la differenza.

E questo vale per tutti gli ambiti che prevedono scelte e decisioni che impattano sulla vita dei cittadini; le pubbliche amministrazioni hanno quindi il dovere di rendere pubblici i dati sui quali adottano decisioni affinché i cittadini, tutti e nessuno escluso, possano convalidarle, verificarle e comprendere se sono state prese a favore di tutti noi.

Purtroppo però, occorre anche dire che si constata una mancanza di cura nel mettere a disposizione in modo adeguato dati aperti, sia per quanto riguarda la pandemia che riguardo al PNRR.

D’altra parte, in ambito privacy, non si può e non si deve dimenticare che i dati personali sono un bene prezioso, da continuare a tutelare in ogni modo possibile; e le pubbliche amministrazioni devono sapersi organizzare per utilizzarli al meglio, garantendo diritti e tutele, e non ponendosi come se tutto ciò fosse un onere troppo gravoso da cui essere infastiditi.

Inoltre, è bene che gli utenti divengano finalmente consapevoli dei dati che accettano di far circolare sul web e che cedono di fatto ai big del digitale, la cui privacy policy è spesso lacunosa ed estremamente permissiva in fatto di profilazione. È assolutamente necessario che chi usa la tecnologia sappia cosa sta facendo e si informi adeguatamente, opponendo quindi anche un eventuale rifiuto alla cessione delle informazioni che lo riguardano se non è d’accordo con le finalità con cui vengono usate. E su questo fronte, altra misura necessaria è introdurre maggiori tutele per i minori.

È dunque quanto mai opportuno arrivare a una sovranità digitale europea, che garantisca trasparenza e accessibilità dei dati e nel contempo sicurezza e rispetto della privacy dei cittadini.

Tornando al software libero e alla giornata di oggi, in oltre 30 anni di lavoro e impegno nell’information technology ho sempre sostenuto l’importanza dell’open source. E ringrazio una volta di più Linus Torvalds, che a Linux ha dato vita, riuscendo a sfidare i modelli industriali tradizionali dei colossi informatici.

È dunque possibile anche nell’informatica realizzare un “ecosistema”, un sistema “ecologico-digitale”; sarebbe veramente una svolta epocale.

Sul Linux Day ne potete sapere di più qui: https://www.linuxday.it/2021/