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Elezioni comunali, dichiarazione di voto in aula in Senato

Intervento per dichiarazione di voto in aula in Senato il 26 maggio 2021 (as 1196).

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Grazie Presidente, Governo, College Senatrici e Colleghi Senatori,

il disegno di legge oggi all’attenzione dell’Aula reca importanti interventi di modifica in tema di elezioni comunali.

Nel corso degli anni sono emerse in questo ambito problemi che il legislatore ha deciso di risolvere attraverso questo provvedimento. Il primo riguardava la validità stessa delle elezioni. La norma vigente prevedeva che, qualora alle elezioni comunali fosse stata ammessa un’unica lista, la consultazione sarebbe stata valida solo nel caso in cui il numero dei votanti non fosse inferiore al 50 per cento degli elettori iscritti nelle liste elettorali del comune.

La norma in questione ha generato diverse complicazioni, in particolar modo nei comuni più piccoli, massicciamente interessati da fenomeni di emigrazione di massa. È noto infatti che coloro che si sono trasferiti all’estero restano iscritti nelle liste elettorali del comune di ultima residenza.  Tali elettori, lontani dall’Italia, che spesso non conoscono le situazioni dei loro Paesi d’origine pur essendo, come detto, iscritti alle liste elettorali, generalmente non esercitano il voto e possono far mancare il quorum di validità della consultazione.

La questione concernente il computo degli elettori emigrati all’estero nel caso di votazioni per le quali è previsto un quorum strutturale non è, per la verità, affatto nuovo. In occasione del voto referendario del 2000 sul Titolo V, si pose con asprezza di toni il problema di alcune centinaia di migliaia di cittadini trasferitisi all’estero che, pur risultando iscritti, erano da anni irreperibili, e contribuivano quindi “di fatto” a innalzare il quorum di validità del referendum. Ancora in occasione dei referendum sulla procreazione medicalmente assistita del 2005 i promotori hanno fatto, inutilmente, notare le pesanti discrepanze tra il numero degli italiani residenti all’estero cui è riconosciuto il diritto di voto al fine del calcolo del quorum strutturale e il numero di coloro che risultano effettivamente reperibili.

A tal fine, la norma approvata in Commissione prevede di escludere gli elettori iscritti all’Aire che non hanno votato. L’elezione, ove sia stata ammessa una sola lista, è valida purché essa abbia riportato un numero di voti validi inferiore al 50% ed il numero dei votanti non sia stato inferiore al 40% degli elettori iscritti alle liste elettorali.

È bene ricordare che rimane garantito, al cittadino residente all’estero che si presenti il giorno delle elezioni comunali nella sezione elettorale a lui assegnata, il diritto di esercitare liberamente il proprio diritto elettorale. Quindi non c’è nessuna violazione dell’eguaglianza del voto o una qualsiasi preclusione per i nostri concittadini all’estero.

Il secondo intervento va ad incidere, invece, sul numero di sottoscrizioni richiesto per la presentazione delle liste di candidati al consiglio comunale e delle collegate candidature alla carica di sindaco. Il testo approvato in Commissione è frutto di un confronto tra le forze politiche, che ha consentito di ottenere una sintesi efficace tra l’esigenza di rapportare il numero delle sottoscrizioni a quello degli abitanti, per non penalizzare i Comuni più piccoli, e quella di scoraggiare la presentazione di liste totalmente disgiunte dal territorio.

Ritengo, colleghe e colleghi, che con questo provvedimento si possa favorire un ordinamento degli enti locali che tenga conto della modernità e delle esigenze del territorio. Un sistema che guarda al futuro. E per futuro intendo, più sinergie tra i Comuni più piccoli per affrontare difficoltà simili. Quindi maggiori fusioni per migliorare i servizi per la cittadinanza.

Questo provvedimento può essere un passo anche in tal senso.

In conclusione, annuncio il voto favorevole del Movimento 5 stelle.