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20 febbraio 1958 la legge Merlin. Cosa sarebbe auspicabile fare oggi

20 febbraio 1958: la legge Merlin chiudeva le case di prostituzione e aboliva la regolamentazione esistente, introducendo i reati di sfruttamento del corpo della donna.

Lina Merlin, la prima donna senatrice, ha combattuto 10 anni in Parlamento per arrivare a questo risultato che ancora oggi è uno strumento legislativo validissimo ed attuale.

Ma quel passo non è stato sufficiente a impedire che tratta e sfruttamento di migliaia e migliaia di donne continuasse.

In commissione Affari Costituzionali in Senato, in cui ora sono capogruppo per il M5S, è stata condotta un’analisi conoscitiva del fenomeno della prostituzione approfondendo anche ciò che accade in altri paesi europei, con testimonianze che si sono rivelate estremamente interessanti. (http://www.senato.it/1122?indagine=15 )

In Germania, per esempio, ormai da anni hanno introdotto una regolamentazione che ha di fatto legalizzato le forme di sfruttamento, creando quelli che vengono chiamati “hotel del sesso”, all’esterno dei quali compaiono persino cartelli pubblicitari con su scritto “carne fresca” e dove la prestazione sessuale a volte viene addirittura offerta “compresa nel prezzo” con un pasto o con un drink; una forma bieca e aberrante di considerare la donna come merce.

Queste donne non sono libere, provengono soprattutto dai paesi dell’Est, non hanno diritti e sono soggiogate dai loro sfruttatori.

Tutto ciò ha indotto un cambio di mentalità della popolazione maschile nei confronti del fenomeno, legittimandolo e legittimando la visione della donna come oggetto di un rapporto sessuale “dovuto” in cambio di qualche euro, senza ricerca e costruzione della minima relazione, senza sentimento, né rispetto per i pari diritti e condizioni, in una subalternità totale. Tanto che il governo tedesco, constatando il degrado entrato nella mentalità dei più giovani, sta pensando di tornare sui propri passi.

In Svezia invece la prostituzione è stata abolita e i clienti vengono considerati “sfruttatori” della donna alla stessa stregua di chi controlla questo mercato. È stata realizzata una campagna informativa e di sensibilizzazione molto intensa per far capire il disvalore insito nel comportamento degli uomini che cercano rapporti sessuali a pagamento. Ciò ha indotto l’opinione pubblica a condannare questa scelta e anche i giovani ne sono consapevoli. E su questo fronte l’illegalità si è ridotta drasticamente.

Ritengo che sarebbe efficace ipotizzare un percorso che porti all’abolizione della prostituzione anche nel nostro Paese, scelta che ha recentemente compiuto anche la Francia, insieme a campagne di sensibilizzazione che riaffermino con forza il rispetto della donna come persona che non può essere vista come un “corpo” da usare o da possedere.