Dosi di vaccino avanzate e somministrazioni a Modena. L’interrogazione
Di seguito il testo integrale dell’interrogazione, che vede come prima firmataria la senatrice M5S Maria Laura Mantovani, relativa agli eventi avvenuti al centro vaccinale di Baggiovara (Modena).
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Al Ministro della salute. –
Premesso che:
da notizie a mezzo stampa, si apprende che un grave episodio è accaduto nel centro unico vaccinale di Baggiovara (Modena) (“Gazzetta di Modena” del 7 gennaio 2021). Al termine della giornata di vaccinazione per il contrasto al diffondersi del COVID-19, sarebbero avanzate alcune dosi, il cui numero non è stato specificato, del siero vaccinale Pfizer Biontech;
in particolare, il 5 gennaio, dopo aver applicato la procedura interna, sarebbero ulteriormente avanzate diverse dosi. Alcuni operatori, secondo l’azienda unità sanitaria locale, avrebbero quindi pensato di contattare i propri congiunti, con l’idea di non sprecare dosi che non avrebbero potuto essere utilizzate il giorno successivo;
tale siero ha un rigido protocollo di conservazione: le dosi devono essere versate entro il termine della giornata altrimenti devono essere gettate. Secondo la procedura interna dell’azienda sanitaria locale, quando rimangono non utilizzate alcune dosi del vaccino, devono essere contattati gli operatori sanitari che hanno dato la disponibilità ad essere vaccinati, al fine di non sprecare nessuna dose;
specificatamente, un volontario di un’associazione di pubblica assistenza, che stava prestando servizio presso il centro vaccinale, avrebbe contattato le figlie, di cui una minorenne, per eseguire l’iniezione. Il giorno successivo, egli avrebbe pubblicato le foto su un social network, destando scalpore tra coloro che avrebbero diritto prioritariamente ad essere vaccinati e sono ancora in attesa;
appena venuti a conoscenza del fatto, il responsabile del punto vaccinale e la direzione aziendale avrebbero dato perentorie indicazioni di bloccare immediatamente qualsiasi iniziativa in tal senso. Purtroppo però i vaccinatori, ovvero coloro che materialmente eseguono le punture, assolutamente non al corrente di quanto stava accadendo, avevano già somministrato alcune dosi del vaccino. Dunque si è venuti a conoscenza che le persone contattate non erano tra gli avventori di diritto soltanto a vaccinazione già avvenuta;
l’azienda ha avviato un’istruttoria urgente al fine di individuare tutte le persone responsabili di tale condotta, operatori sanitari o altre figure impegnate nel coadiuvare i team vaccinali in qualità di volontari, per giungere ad una verifica completa dei fatti e procedere alle necessarie azioni a tutela propria e dei professionisti impegnati nella campagna di vaccinazione. Sarebbe in corso anche un’indagine del nucleo antisofisticazione e sanità dei Carabinieri;
considerato che:
nelle linee guida del piano strategico per la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, elaborato da Ministero della salute, commissario straordinario per l’emergenza, Istituto superiore di sanità, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) e Agenzia italiana del farmaco (AIFA), sono state identificate le categorie da vaccinare con priorità nella fase iniziale a limitata disponibilità dei vaccini;
tra di loro, sono stati scelti, in primo luogo, gli operatori sanitari e sociosanitari “in prima linea”, sia pubblici che privati accreditati, che hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, e? riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario;
tra i gruppi di popolazione da vaccinare con priorità, ci sono inoltre i residenti e il personale dei presidi residenziali per anziani. Un’elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali e? stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave, a causa dell’età? avanzata, la presenza di molteplici comorbidità e la necessita? di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane;
a parere degli interroganti, l’episodio rischia di mettere in crisi il piano strategico per la vaccinazione e di generare nella popolazione il timore che vi siano iniquità nella distribuzione del vaccino,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza del fatto e quale sia la sua valutazione in merito;
se non ritenga opportuno avviare un’indagine presso il centro unico vaccinale di Baggiovara per accertare tale episodio, in modo da sapere quante dosi del vaccino contro il COVID-19 fossero disponibili il 5 gennaio; quanti dosi siano state somministrate secondo la programmazione giornaliera; quanti soggetti destinati ad essere vaccinati non si siano presentati nonostante avessero dato la disponibilità; quante dosi siano rimaste non utilizzate; quanti soggetti, ulteriormente da vaccinare con priorità, siano stati rintracciati e vaccinati; quanti, dopo tale procedura di emergenza e ancora in lista di priorità, siano rimasti in attesa; quanti congiunti degli operatori sanitari del centro siano stati vaccinati e quante dosi del vaccino siano state gettate;
se risulti che episodi simili si siano verificati presso altri centri vaccinali della regione Emilia-Romagna o di altre regioni e, nel caso, quali;
quale sia il numero di dosi di vaccino che vengono non utilizzate e quindi gettate, sia quotidianamente che complessivamente, e se intenda rendere pubblici tali dati in formato open data sulla piattaforma report vaccini anti COVID-19.
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