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Interrogazione e risposta sui lavori di messa in sicurezza del fiume Secchia

Durante la seduta della tredicesima Commissione permanente del Senato il sottosegretario al Ministero dell’Ambiente ha risposto alla mia interrogazione sullo stato dei lavori per la messa in sicurezza del fiume Secchia, di cui QUI disponibile il testo integrale.

Di seguito il resoconto sommario della risposta ottenuta il 24 settembre 2020.

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IL SOTTOSEGRETARIO MORASSUT ha riportato quanto evidenziato dalla Regione Emilia Romagna.

Il sottosegretario ha fatto  presente, innanzitutto, che l’Agenzia Interregionale per il fiume Po-AIPo è stata istituita nel 2003 con quattro leggi approvate dai Consigli delle Regioni del Po: Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, di cui è Ente strumentale. L’Agenzia, sulla base della pianificazione dell’Autorità di Bacino distrettuale del Fiume Po e della programmazione delle singole Regioni, svolge le seguenti funzioni: la programmazione operativa degli interventi;  la progettazione e attuazione degli interventi;  la polizia idraulica;  la gestione del servizio di piena;  l’istruttoria per il rilascio dei provvedimenti di concessione delle pertinenze idrauliche demaniali;  il monitoraggio idrografico, sulla base degli accordi interregionali previsti al fine di garantire l’unitarietà a scala di bacino idrografico;  la gestione delle idrovie e della navigazione interna, per i tratti navigabili assegnati dalle Regioni interessate, con le modalità previste dai rispettivi ordinamenti.

Tanto premesso, per quanto concerne gli interventi di messa in sicurezza del nodo idraulico di Modena, la Regione ha comunicato che, a partire dal mese di giugno 2014, a poco meno di sei mesi dall’evento alluvionale richiamato nell’interrogazione, il Presidente della Regione Emilia-Romagna in qualità di Commissario Delegato è stato autorizzato ad operare per l’attuazione degli interventi per il ripristino e messa in sicurezza con il piano delle “Misure urgenti in favore delle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dal terremoto e dai successivi eventi alluvionali verificatisi tra il 17 ed il 19 gennaio 2014, nonché per assicurare l’operatività del Fondo per le emergenze nazionali”, per la somma complessiva di 210 milioni.

Circa 100 milioni di tali risorse (per un totale di poco più di 80 interventi) sono stati programmati per la messa in sicurezza idraulica dei fiumi Secchia, Panaro e canale Naviglio nei loro tratti arginati, comprese le casse di espansione. Ulteriori risorse sono state destinate alla messa in sicurezza del reticolo di bonifica e del reticolo idraulico afferente ai predetti bacini nei territori collinari e montani.

Sempre secondo quanto riferito dalla Regione, l’aggiornamento del quadro conoscitivo, indispensabile per un reticolo sul quale da ormai svariati decenni non venivano finanziati e realizzati importanti lavori di adeguamento strutturale, ha consentito la progettazione degli interventi più importanti.Ad oggi tutti gli interventi sono in corso di esecuzione, fatti salvi gli interventi previsti sulla cassa di espansione del fiume Secchia.

In merito a quest’ultimo aspetto, la programmazione degli interventi si è sviluppata sulla base degli strumenti di pianificazione di bacino vigenti attuandone, in particolare, gli obiettivi prioritari.

In particolare, gli interventi di adeguamento funzionale e strutturale del sistema arginale del fiume Secchia (contenimento della piena con tempo di ritorno 20 anni col franco di un metro) sono stati finanziati per complessivi 31,825 milioni di euro e suddivisi in due stralci funzionali ad oggi in corso di esecuzione (interventi la cui ultimazione è prevista entro il primo semestre 2021).

In merito alla cassa di espansione, le criticità del sistema attuale di laminazione delle piene attengono alla insufficienza dell’invaso nel fornire un grado di laminazione adeguato rispetto all’evento di riferimento, con tempo di ritorno T=200 anni; inadeguatezza dei manufatti di sbarramento e di sfioro laterale nell’ottimizzare l’efficienza dell’invaso, anche per eventi di piena di minore entità; inadeguatezza normativa dell’opera.

La prima attività svolta nell’ambito della progettazione eseguita e finanziata con le risorse del decreto-legge n. 74 del 2014 è stata quella di individuare le effettive potenzialità del sistema di casse di espansione del Secchia con l’obiettivo di adeguare il sistema all’evento di riferimento con tempo di ritorno T=200 anni. Tuttavia, le analisi svolte hanno portato a prendere atto dell’impossibilità di adeguamento della cassa all’evento di progetto. Tale impossibilità deriva dall’insufficiente volume d’invaso ottenibile con il rialzo delle arginature e l’ampliamento della cassa a fronte del volume in eccedenza delle onde di piena da laminare.

Al termine dell’elaborazione del progetto, la soluzione individuata per risolvere le citate criticità è stata suddivisa in quattro lotti: LOTTO 1 – Adeguamento manufatti di regolazione della cassa di espansione del fiume Secchia ed opere connesse; LOTTO 2 – Adeguamento in quota delle arginature della cassa di espansione del fiume Secchia; LOTTO 3 – Ampliamento della cassa di espansione del fiume Secchia; LOTTO 4 – Realizzazione «seconda» cassa di espansione del fiume Secchia.

I lotti 1 e 3 sono ad oggi finanziati per complessivi 21,212 milioni di euro. La relativa progettazione livello definitivo è conclusa (imminente la procedura di VIA). La progettazione del Lotto 2 è stata eseguita ed ultimata (ma non coperta da finanziamento – stimati necessari € 25 milioni). La progettazione del Lotto 4 è stata sviluppata a livello di fattibilità (non coperta da finanziamento – stimati necessari 68 milioni di euro).

Alla luce delle informazioni fin qui esposte, la Regione ha evidenziato che la realizzazione dei lotti 1, 2 e 3 consentirà la messa in sicurezza rispetto ad un tempo di ritorno di 50 anni, mentre la realizzazione del lotto 4 consentirà la messa in sicurezza rispetto ad un tempo di ritorno di 200 anni.

I progetti eseguiti e completati, comprensivi della stima per la messa in sicurezza del nodo idraulico di Modena, sono in possesso della Regione Emilia-Romagna per l’aggiornamento delle schede inserite nel “Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)”.

Ad ogni modo, per quanto di propria competenza, rassicura che il Ministero dell’ambiente continuerà a svolgere sull’argomento le proprie attività di monitoraggio e sollecito».

La senatrice MANTOVANI (M5S) si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta fornita dal Rappresentante del Governo, che comunque ringrazia per il quadro informativo fornito sulle problematiche in questione.

Sottolinea che la popolazione delle aree interessate potenzialmente dalle piene del fiume Secchia è estremamente preoccupata per la situazione. I lavori dei quali è previsto il completamento a più breve scadenza – cui ha fatto riferimento il sottosegretario nella sua risposta – sono quelli che dovrebbero concludersi nel 2021 e questo significa che la popolazione dovrà ancora affrontare due stagioni piovose con tutti i possibili eventi calamitosi correlati. Per quanto riguarda poi i lavori la cui attuazione ha già avuto inizio va segnalato che vi sono stati, nei tre anni intercorsi dall’avvio degli stessi, lunghi periodi di inattività che sono apparsi del tutto inspiegabili. A ciò si aggiunga poi che le attività in corso di realizzazione hanno ad oggetto la difesa del territorio dalle piene aventi un tempo di ritorno pari a 20 anni e da quelle aventi un tempo di ritorno pari a 50 anni, ma nulla è stato ancora avviato per le piene aventi un tempo di ritorno pari a 200 anni.