Digitalizzazione, acceleriamo il passo sostenendo anche l’open access
Smart working, e-commerce, didattica a distanza, videocall per parlare con persone lontane, sono tutte cose che fanno ormai parte a tempo pieno del nostro quotidiano, che sono divenute consuetudini. Anche per noi parlamentari è così: sono aumentate le “riunioni da remoto” con rappresentanti istituzionali, associazioni, portatori di interesse che prima si svolgevano in ufficio ed ora sullo schermo di un pc.
È chiaro dunque che, per supportare adeguatamente tutto ciò, occorre accelerare la trasformazione digitale dell’Italia in generale e in particolare, a mio parere, della pubblica amministrazione, che sconta su questo terreno un grave ritardo rispetto agli altri Paesi europei.
Questo Governo e questo Parlamento si stanno impegnando in questa direzione, basti vedere, per esempio, le misure contenute nel Decreto Semplificazioni, che rendono più semplice il rapporto tra cittadino e PA introducendo procedure on line da pc o da smartphone omogenee in tutta Italia e accessibili.
Il governo chiede anche ai dirigenti delle amministrazioni di fare un cambio di passo, di essere più attivi e operativi e garantire procedure più veloci. Un rinnovamento di mentalità che deve portare la pubblica amministrazione a essere amica del cittadino, orientata a dare servizi e risolvere problemi e non a eseguire semplicemente delle procedure.
Inoltre, nel decreto ci sono norme per disincagliare la realizzazione della banda ultralarga e spero che sia la volta buona che la rete in fibra ottica venga finalmente realizzata e arrivi nelle case di tutti gli italiani.
A questa importante infrastruttura si deve anche aggiungere l’infrastruttura per gestire i dati, ossia un cloud realmente italiano. L’europa ci offre la possibilità di far parte di Gaia-X, il cloud europeo, e la sfida è parteciparvi come paese, portando il valore aggiunto di tutte le nostre imprese italiane del settore che decidono di collaborare allo scopo comune.
Un’altra difficoltà è rappresentata dall’elevato digital divide tra quei cittadini che usano efficientemente gli strumenti informatici e coloro che ne sono tagliati fuori per motivi economici, sociali o di studio. Un gap senza dubbio da colmare, per portare tutte le fasce di popolazione ad accedere e a utilizzare efficacemente la tecnologia; occorre lavorare sull’educazione e sulla formazione, anche degli adulti, e mettere a disposizione risorse economiche per chi non le ha. Anche su questo l’attuale governo sta agendo.
Poi, l’altro livello sul quale operare è quello europeo, con una legge comunitaria che favorisca l’accelerazione organica della digitalizzazione nei paesi membri, quindi anche in Italia.
Di questo si è parlato in un recente videotalk organizzato da I-Com, che ha puntato l’attenzione anche sulla legge di delegazione europea 2019. Sul tema del diritto d’autore ho presentato alcuni emendamenti all’articolo 9.
La direttiva n. 790 del 2019 stabilisce norme volte ad armonizzare ulteriormente il quadro giuridico dell’Unione applicabile al diritto d’autore e ai diritti connessi nell’ambito del mercato interno, tenendo conto in particolare degli utilizzi digitali e transfrontalieri dei contenuti protetti. Stabilisce inoltre norme riguardanti le eccezioni e le limitazioni al diritto d’autore e ai diritti connessi, l’agevolazione nell’ottenimento delle licenze, nonché norme miranti a garantire il buon funzionamento del mercato per lo sfruttamento delle opere e altri materiali.
Insieme ad altri colleghi del Movimento 5 stelle, abbiamo presentato questi emendamenti in tema di OPEN ACCESS per consentire un migliore recepimento della direttiva e garantire il libero accesso a immagini e contenuti in particolar modo il loro uso didattico nelle scuole, per le finalità di valorizzazione del patrimonio culturale italiano e per il rilancio del turismo nel nostro paese.
Vogliamo evitare che, con l’introduzione di arbitrarie deroghe, vengano di fatto resi impossibili l’utilizzo libero e gratuito e la condivisione di immagini e contenuti per le scuole, gli istituti e gli enti che si occupano di rilanciare il patrimonio culturale, sociale e turistico del nostro paese.
Un altro emendamento riguarda l’equo compenso e la distribuzione equa dei diritti. Sebbene le entrate globali complessive per il settore culturale siano in forte crescita grazie allo sviluppo dei mercati digitali (Pricewaterhouse stima una crescita del 41 % dal 2011 al 2018), tali proventi sono distribuiti in modo sempre meno equo.»
È molto importante ribadire che va salvaguardata la finalità della norma originaria, che non è quella di introdurre censure o alzare muri nella condivisione virtuosa e positiva di contenuti, bensì quella di regolamentare gli eccessi e le speculazioni.
Con un’altra proposta molto importante ho richiesto che il Governo realizzi un meccanismo che permetta il file sharing di opere e materiali protetti per uso personale e senza fine di lucro a fronte del pagamento d’un equo compenso. Le tecnologie di file sharing permettono infatti di distribuire le opere in modo straordinariamente efficiente, in breve tempo e raggiungere un ampio numero di utenti.
Infine, oltre gli emendamenti ho presentato due importanti ordini del giorno: con il primo, si chiede di aprire un costante dialogo tra i portatori di interesse e le parti interessate, per la modernizzazione del diritto d’autore agli scenari che le tecnologie digitali incessantemente pongono come nuova sfida. Con il secondo, si chiede di dare attuazione a tutte le eccezioni alla disciplina del diritto d’autore già previste in norme precedenti, tra cui quella relativa alla “libertà di panorama” che consente di scattare e riprodurre fotografie di edifici, opere e luoghi pubblici, valorizzando il patrimonio culturale italiano.
Gli emendamenti e gli ordini del giorno presentati vanno dunque in questa direzione, proponendo anche modifiche specifiche e tecniche sempre volte a garantire la fruizione costruttiva del materiale disponibile.
Ritengo che il corretto recepimento di questa direttiva sia importante in funzione della trasformazione digitale del Paese, che mi auguro trovi con queste misure un nuovo slancio.