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Mantovani (M5S): «Lezioni online, le piattaforme devono permettere di lavorare in un ambiente protetto per tutelare i minori. Anche il ministero si sta attrezzando»

«Ci accorgiamo ora, nel pieno dell’emergenza coronavirus e scuole chiuse, che avere infrastrutture digitali adeguate permetterebbe ai bambini, ai ragazzi e agli insegnanti di questo paese di fruire di un servizio grandemente utile. Purtroppo, negli anni precedenti non si è fatto nulla di organico in questa direzione e ora si devono compiere enormi sforzi in poco tempo per intervenire. Ma lo stiamo facendo»: così la senatrice del Movimento 5 Stelle Maria Laura Mantovani all’inizio della seconda settimana di chiusura delle scuole.

«Le piattaforme utilizzate per le lezioni online, per le quali ci si deve assolutamente organizzare in modo razionale e accessibile, non possono più essere solo quelle attivate come iniziativa spot dalle singole scuole in collaborazione con la prima azienda che bussa alla porta. Occorre che venga realizzato e messo a disposizione un network di piattaforme  da parte del Ministero che garantisca anche l’adeguata e opportuna tutela dei dati personali che vengono immessi. Naturalmente, venendo da decenni di immobilismo su questo fronte, la soluzione ottimale non può piovere dal cielo da un giorno all’altro, anche se si stanno compiendo sforzi enormi per fare bene e con solerzia».

«Mentre le scuole non sono state finora messe nella condizione di poter usufruire di piattaforme ufficiali autorizzate e gestite internamente, diversa è l’esperienza vissuta in ambito universitario. Le università e gli enti di ricerca da circa 30 anni si sono organizzare per avere un servizio di interconnessione comune, il GARR, e su questa base hanno costruito servizi digitali di ogni tipo, uno dei quali è il servizio per la didattica a distanza. Oggi ognuna delle Università italiane gestisce un proprio sistema di e-learning. Molte università si sono anche organizzate in un network, eduOpen, per condividere best practice e iniziative nell’ambito della didattica a distanza. Ecco che quindi in una emergenza, come quella odierna del Coronavirus, tutti questi soggetti pubblici possono mettere a disposizione le proprie piattaforme e le competenze acquisite, permettendo ai docenti delle scuole di essere immediatamente operativi per effettuare la didattica a distanza, nel pieno rispetto delle garanzie di tutela che la scuola deve mettere in opera. Questo comunque è solo un primo passo per una presa di coscienza delle necessità della scuola. Il passo successivo, non più procrastinabile è che si mettano a disposizione delle risorse vere come investimento sulle nuove generazioni. Si deve realizzare la rete delle scuole e si deve ingaggiare personale tecnico qualificato per gestire una infrastruttura di servizi digitali distribuiti al fine di realizzare e avere a disposizione un sistema funzionante e manutenuto tipico di una scuola che deve formare al futuro».

Nei giorni scorsi, dal suo profilo Facebook, la ministra Azzolina aveva ribadito: «Il Ministero dell’Istruzione ha attivato da giorni una task force e a breve pubblicherà la piattaforma dedicata alla didattica a distanza, con strumenti tecnologici adatti affinché il servizio pubblico essenziale sia garantito a tutti».