Interrogazione e risposta su presunte irregolarità in concorso pubblico
Il 13 febbraio la ministra Fabiana Dadone ha risposta all’interrogazione, di cui sono stata prima firmataria, n. 3-01374 sulle presunte irregolarità nello svolgimento di un concorso per dirigenti pubblici nel 2019 (QUI il testo integrale dell’interrogazione).
Di seguito la risposta della Dadone e la mia replica.
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MINISTRO DADONE
Signor Presidente, rispondo all’interrogazione in oggetto con la quale si chiede di conoscere le iniziative che intendo assumere in merito alla supposta disparità di trattamento che si sarebbe verificata durante lo svolgimento della prova preselettiva del corso-concorso di formazione e reclutamento di dirigenti svoltosi presso la Scuola nazionale della pubblica amministrazione (SNA), a causa di un differente grado di difficoltà dei questionari somministrati ai candidati nelle varie sessioni di prova e di opacità nelle procedure.
Con riguardo agli aspetti evidenziati dagli interroganti segnalo che, in presenza di un numero elevatissimo di domande di partecipazione ai concorsi pubblici (in questo caso sono state presentate oltre 20.000 domande), risulta impossibile reperire strutture presso le quali organizzare, in una solasessione e in modo ordinato, la prova preselettiva.
L’attività organizzativa non può che tenere conto del numero delle domande valide di partecipazione al concorso e non già del numero dei candidati che parteciperanno effettivamente al concorso. La suddivisione dei candidati in più sessioni, che è ormai la regola nei concorsi pubblici a elevata partecipazione, comporta lo svolgimento in giornate differenti ed è per questo indispensabile modificare, per ogni sessione, il contenuto dei questionari, al fine di assicurare a tutti i candidati di partecipare alle prove concorsuali con pari possibilità di successo.
Sulla base degli elementi che mi sono stati forniti rappresento quanto segue. Con specifico riguardo alla mancata apposizione da parte dei candidati sull’elaborato dei codici a barra identificativi, evidenzio che detta attività è stata effettuata – come in tutti i concorsi organizzati dalla commissione Ripam e nella maggior parte dei concorsi pubblici – dal personale addetto al concorso in seduta pubblica, sotto la supervisione della commissione esaminatrice.
L’apposizione dei codici a barre sull’elaborato (procedura di abbinamento) è avvenuta in seduta pubblica – come ho già ricordato – sotto la diretta vigilanza della commissione esaminatrice e il personale addetto ha operato in coppia, aprendo le buste una per una per evitare il rischio di errori. Tutti i candidati sono stati, a più riprese, invitati a partecipare mediante apposita comunicazione effettuata dalla commissione durante lo svolgimento delle prove.
La scelta di non affidare detta attività ai candidati deriva proprio dalla considerazione che se i codici a barre – che presentano una sequenza numerica univoca – fossero stati consegnati ai candidati, sarebbe stato possibile procedere alla loro trascrizione, mettendo – a quel punto sì – in discussione il principio di anonimato.
Si è provveduto alla lettura ottica degli elaborati e alla formazione di una graduatoria per ognuna delle sessioni in parola. Le graduatorie parziali, in quanto riferite esclusivamente agli elaborati consegnati in ciascuna sessione, sono state formate inserendo esclusivamente le sequenze numeriche dei codici a barre applicati sugli elaborati e il relativo punteggio (formando
dunque una graduatoria anonima).
Soltanto dopo aver effettuato la lettura ottica degli elaborati dei candidati dell’ultima sessione, con conseguente formazione di una graduatoria anonima complessiva, il personale addetto al concorso, in seduta pubblica e alla presenza della commissione, ha provveduto: all’apertura delle buste piccole sigillate contenenti il cartoncino anagrafico; ad attribuire un nome aicodici contenuti nella graduatoria anonima provvisoria complessiva delle sessioni di prova.
Successivamente, a ogni candidato, attraverso la password generata in fase d’iscrizione alla selezione, è stato consentito l’accesso ai propri atti concorsuali attraverso la sezione “atti online” sul sito Internet Ripam. Mediante l’accesso riservato al sito Internet Ripam, ciascun candidato poteva visionare non solo l’immagine del proprio elaborato con il codice a barre apposto in sede di abbinamento, ma anche il fascicolo dei propri test.
Per quanto concerne il contenuto dei questionari, evidenzio che tutti i questionari somministrati nel corso delle suddette prove sono stati predisposti secondo i criteri indicati nel bando di concorso e nell’avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale concernente il diario della prova, con il quale è stato, tra l’altro, comunicato ai candidati che i quesiti sarebbero stati ripartiti tra diverse aree e nelle materie indicate: ragionamento logico (comprensione del testo, logica verbale e/o deduttiva, logica numerica): ventiquattro quesiti; diritto costituzionale, diritto amministrativo, diritto dell’Unione europea e delle organizzazioni internazionali: sedici quesiti; economia politica, politica economica, economia delle amministrazioni pubbliche, management pubblico, analisi delle politiche pubbliche: quindici quesiti; lingua inglese: cinque quesiti.
Quanto invece alla diversa entità della percentuale di candidati che hanno superato la sessione delle prove preselettive, evidenzio che essa non può essere considerata come sintomatica o come esclusivo motivo dell’avvenuta somministrazione di quesiti che abbiano una differente complessità, stante anche altri elementi e numerose variabili da considerare in un’ottica
statistica.
Per contro, l’eterogenea e casuale composizione delle varie sessioni di prova e la somministrazione di quesiti di pari difficoltà inducono a ritenere che in alcune sessioni si sia concentrata una percentuale più elevata di candidati più preparati.
Segnalo che sono stati instaurati giudizi dinanzi al TAR Lazio-Roma da parte dei candidati non ammessi alle prove, finalizzati a ottenere l’annullamento degli esiti delle prove preselettive e degli atti conseguenti. Allo stato non risulta, tuttavia, che ci sia stata una pronuncia in merito e che la misura cautelare concessa ai ricorrenti sia stata motivata dal giudice amministrativo esclusivamente sulla base dell’esigenza di non privarli della possibilità di partecipare alle prove preselettive.
È stata emessa altresì un’ordinanza dal medesimo tribunale, il 6 dicembre scorso, sulla base della quale la Scuola nazionale della pubblica amministrazione, costituitasi in giudizio, è stata invitata a depositare una relazione dettagliata in ordine, in particolare, alle procedure di abbinamento dei codici a barre a garanzia dell’anonimato, all’asserita disparità di trattamento, alla pubblicazione o meno degli elenchi sul sito dell’amministrazione afferenti gli ammessi alle successive prove (in particolare a quelle orali) e alle informazioni in ordine alla pubblicazione della graduatoria finale. È stata fissata alla data del 3 giugno 2020 la successiva udienza pubblica. Evidenzio, altresì, che l’ordinanza risulta essere stata eseguita.
La mia replica al ministro Dadone
Ministro Dadone, mi dichiaro soddisfatta per l’approfondimento che è stato eseguito dal suo Ministero. Ricordo che, con l’interrogazione in oggetto, ho voluto evidenziare al Governo alcune anomalie che sono state denunciate da diversi concorrenti che hanno partecipato alla procedura preselettiva nell’ambito del concorso pubblico per il reclutamento di dirigenti nelle amministrazioni statali e negli enti pubblici non economici bandito dalla Scuola nazionale dell’amministrazione.
Come lei ha appena detto, signor Ministro, il TAR del Lazio con un’ordinanza pubblica, lo scorso 6 dicembre 2019, ha richiesto ai soggetti interessati una relazione dettagliata sulle modalità adottate nell’ambito di tale concorso e sulle quali i ricorrenti hanno evidenziato le suddette anomalie.
In particolare, si chiedono informazioni in merito alle modalità con le quali si è proceduto all’applicazione dei codici a barre e alla lettura degli stessi, nonché all’abbinamento degli elaborati per capire se è stato violato l’anonimato. Si chiedono, inoltre, chiarimenti circa un eventuale disparità di trattamento sulle prove effettuate.
Visti i ricorsi presentati e l’ordinanza del TAR, ritengo sia assolutamente opportuno che le amministrazioni interessate diano una risposta puntuale. Mi pare che lei abbia detto che le amministrazioni hanno risposto al TAR, ai ricorrenti in generale e a tutti coloro che hanno affrontato il concorso.
La ringrazio quindi, signor Ministro, per la verifica effettuata e per la risposta odierna che chiarisce diversi aspetti della vicenda e mette in luce le modalità adottate.
Come parlamentare mi impegnerò a seguire gli ulteriori ed eventuali sviluppi della vicenda. L’occasione odierna è utile per ribadire che è compito dello Stato tutelare i candidati che, dopo anni di studio e ingenti spese sostenute per la preparazione, affrontano una qualsiasi prova concorsuale e chiedono che essa, per qualsiasi livello, sia svolta nella massima trasparenza. Lo Stato deve ribadire che, per accedere a una carica pubblica, i primi elementi da valutare sono il merito e la competenza e nessun’altra scorciatoia è ammissibile.
Come MoVimento 5 Stelle, in Parlamento e al Governo, ci batteremo sempre perché questi principi siano rispettati in tutte le selezioni pubbliche.