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UOMINI CHE ODIANO LE DONNE

Audizione di Per-Anders Sunesson – Ambasciatore per la lotta al traffico di esseri umani – Ministero degli affari esteri del Regno di Svezia

Martedì in commissione Affari Costituzionali ho incontrato l’Ambasciatore Per-Anders Sunesson arrivato dalla Svezia, sentite che cosa ci ha detto.

La prostituzione è un argomento che appartiene ai diritti umani. Il Governo Svedese combatte il traffico di esseri umani ai fini dello sfruttamento sessuale. Le vittime di tratta nel mondo sono in crescita. Esistono lobby che premono affinché la prostituzione venga considerata un lavoro. Al contrario per il governo svedese la prostituzione è considerata sfruttamento della vulnerabilità di qualcuno.
All’inizio degli anni 90 in Svezia la prostituzione non era ancora regolamentata. Ci fu, al tempo, una grande discussione sulla violenza degli uomini contro le donne e riguardo la disuguaglianze di genere nella società svedese, sollecitata soprattutto dal movimento femminista. Il governo fu spinto a fare una indagine proprio sul tema della violenza degli uomini contro le donne e la disuguaglianza di genere. Grazie a questa inchiesta il tema della prostituzione venne posto sul piatto, prima di tutto perché era difficile sostenere che ci fosse uguaglianza di genere quando gli uomini potevano avere accesso ai corpi delle donne e anche perché c’era molta violenza contro le donne che erano nel sistema della prostituzione. Si intervistarono sia le donne che erano coinvolte nella prostituzione, sia coloro che acquistavano i servizi sessuali. E parlando con coloro che erano nella prostituzione, che al tempo erano per il 100% donne svedesi, non si trovarono delle donne fortemente indipendenti, al contrario si trovarono delle giovani donne con un’autostima molto bassa. Quasi tutte avevano una storia documentata di abusi sessuali subiti durante la crescita in famiglia. Avevano alle spalle storie di consumo di stupefacenti da bambine. Non erano donne con forte capacità imprenditoriale. E parlando con gli uomini che compravano il sesso, loro affermavano “questo è un diritto per me che sono un uomo, dato che non ho una moglie, non ho una fidanzata e ho bisogno di avere qualcuno che mi faciliti ad avere un’attività sessuale. Inoltre io faccio loro un grosso favore, perché sono stupide, sono pigre e non sono buone per nient’altro”. Il risultato era una orribile fotografia del pensiero dei compratori. Con la pubblicazione dei risultati l’opinione pubblica fu indignata e la gente disse che non voleva la prostituzione nella società svedese e questa richiesta fu accolta dal governo. Fu quindi necessario decidere come regolare. Alcuni dissero che se c’erano 2 persone in un affare illecito, entrambe dovevano essere punite, sia il compratore che il venditore. Ma altri, ricordando il risultato dell’indagine, dissero che queste donne non erano criminali, piuttosto erano le vittime della mala educazione ricevuta, per questo sarebbe stato sbagliato criminalizzarle. Piuttosto la società avrebbe dovuto mettere alla gogna coloro che usavano la vulnerabilità di qualcun altro. Così si decise di punire solo il compratore. La donna che era nella prostituzione non doveva essere criminalizzata, ma doveva ricevere aiuto per uscire dalla prostituzione. Fu promulgata la prima legge nel 1999. Inizialmente il 50% della popolazione era a favore e il 50% contraria e c’era la preoccupazione che una volta introdotta la legge, il fenomeno della prostituzione diventasse un fenomeno più nascosto e quindi più difficile da combattere. Quando la legge entrò in vigore il 50% della prostituzione libera scomparì. La preoccupazione che la prostituzione si sarebbe trasferita in luoghi clandestini non si verificò. Oggi, a vent’anni di distanza, l’80% della popolazione è favorevole alla legge. La cosa importante è che è veramente cambiata la mentalità di molti svedesi. Oggi pochissime persone pensano che sia opportuno comprare sesso.
Esiste ancora un residuo di prostituzione clandestina, ma queste donne vivono una condizione migliore rispetto a quando non c’era regolamentazione. Chi cerca sesso a pagamento è consapevole che se viene colto in flagranza la sua reputazione sarà intaccata, potrebbe finire in prigione e probabilmente perderà il lavoro. Per questo chi compra sesso non compirà violenza per non essere denunciato.
In definitiva oggi la gente ha cambiato mentalità. La domanda è bassa e la polizia svedese e l’interpol nei loro rapporti hanno dichiarato che il mercato svedese è ormai un mercato morto per la tratta di esseri umani al fine di sfruttamento della prostituzione.
In Germania c’è l’effetto opposto. Nel 2002 anche loro hanno deciso di regolamentare la prostituzione, rendendo legale il favoreggiamento della prostituzione. Attualmente in Germania ci sono 400.000 persone che praticano la prostituzione. Il governo tedesco sosteneva che poiché “questo è il mestiere più vecchio del mondo”, non si sarebbe mai riusciti a vincere la prostituzione. Quindi sarebbe stato meglio renderlo legale. Oggi in Germania abbiamo 1,2 milioni di acquisti di sesso ogni 24 ore. La domanda è cresciuta del 30%. Il governo tedesco sosteneva che rendere legale la prostituzione avrebbe dato alle donne la possibilità di ottenere dei diritti sociali. Ma in tutti questi anni solamente 46 persone si sono iscritte al sistema di protezione sociale. Ci sono stati più di 70 femminicidi di prostitute in Germania. Quante sono, tra queste 400.000 persone, quelle che affermano: “Questa è la professione che ho scelto di fare?” Solo il 2% sono tedesche. Il 98% provengono da Macedonia, Bulgaria, Albania, Romania. Quasi sempre sono persone vulnerabili che non possono fare una libera scelta. Se una donna può scegliere di fare l’insegnante o il medico o il conducente di autobus, vorrebbe veramente scegliere di avere rapporto sessuale con 20-30 persone diverse ogni 24 ore?
C’è un sacco di denaro nella prostituzione. I profitti nello scorso anno in Germania sono stati 15 miliardi di euro. E quando si parla con i politici oggi in Germania, essi dicono che è quasi impossibile cominciare ora una discussione per cambiare la legge, perché c’è un grande condizionamento da parte di queste fortissime lobby. Infatti le persone che stanno facendo questi soldi, è ovvio che non vogliono perdere il loro guadagno.
Si devono rispettare i diversi punti di vista, ma si deve sapere che tutte le organizzazioni che lavorano per contrastare la tratta di esseri umani ai fini dello sfruttamento della prostituzione concordano sul nesso molto chiaro tra il traffico di esseri umani e la prostituzione in Germania. Infatti se io sono il proprietario di una casa di prostituzione in Germania e trovo pochissime persone in Germania che vogliono lavorare nella mia casa, troverò una catena di fornitura dai miei amici che trafficano esseri umani che mi portino le donne.
Dopo la Svezia la stessa legge è stata adottata da altri paesi come Canada, Islanda, Norvegia, Irlanda del Nord, Irlanda e Francia. E ci sono altri paesi che la stanno valutando come opzione come Spagna e Gran Bretagna. Se tutta l’Europa fosse concorde, potremmo avere successo nel combattere il traffico di esseri umani per sfruttamento sessuale. Ma finché continuiamo ad avere paesi come la Germania e i Paesi Bassi, in cui sono legali le case di prostituzione e che dicono che questo è un lavoro come un altro, non avremo mai successo nel combattere il traffico di esseri umani.
È una grande soddisfazione vedere la Francia che acquisisce questa legislazione, perché rispetto alla Svezia hanno una popolazione molto più consistente. In Francia recentemente hanno fatto una indagine di gradimento e i risultati sono meravigliosi. Il 78% dei francesi sostengono la nuova legge e 74% considerano che l’atto di acquistare sesso sia un atto di violenza. Quindi veramente sta cambiando la mentalità. E la mentalità cambia se si discute del problema e si capisce che queste ragazze non sono delle “pretty women”, ma sono persone veramente sfruttate. Si tratta di uno sporco business che è permesso dalla criminalità organizzata.

Ora io dico, analizziamo la situazione anche in Italia, parliamone anche noi in un dibattito pubblico. Parliamo dei numeri delle persone prostituite qui da noi. Parliamo del numero dei clienti. Parliamo del numero delle transazioni giornaliere. Parliamo del giro d’affari e di chi ci guadagna. Parliamo della violenza subita da queste persone. Parliamo dei femminicidi tra le prostituite. Parliamo delle opportunità di scelta. Parliamo della mentalità italiana. Secondo me è ora di parlarne apertamente.

Per vedere l’audizione: http://webtv.senato.it/webtv_comm?video_evento=1901