LOTTA ALLA PROSTITUZIONE: PARTONO LE AUDIZIONI IN COMMISSIONE
Un’indagine conoscitiva per conoscere e contrastare un fenomeno di genere. Un fenomeno legato alla tratta e alla criminalità organizzata di cui nove volte su dieci sono vittime le donne: la prostituzione.
In Commissione Affari Costituzionali abbiamo ascoltato Giovanni Paolo Ramonda e Irene Ciambezi (Comunità Papa Giovanni XXIII), Oria Gargano (cooperativa sociale Be Free), Antonio Porcellato (Società Missioni africane) e di Elisa Ercoli (Associazione Differenza Donna). Associazioni che da nord a sud operano quotidianamente per contrastare una realtà dai numeri inquietanti.
Secondo il gruppo Abele, i clienti in Italia sono tre milioni e mezzo. Se riuniti tutti in una città, sarebbe la più abitata del nostro Paese. Va detto che la cifra è una stima più contenuta rispetto ad altre ancor più allarmanti.
Senza considerare che nel mondo sommerso della prostituzione c’è un lato ancor più oscuro: la prostituzione in casa. In strada la maggior parte delle donne costrette a prostituirsi sono straniere. Alle spalle hanno spesso storie di tratta e di altre forme di violenza. Le italiane sono poche. Nove persone che si prostituiscono su dieci sono donne. Il restante 10% è dominato dai trans, mentre gli uomini occupano una minima parte. Vista la disparità tra donne e uomini il fenomeno della prostituzione è senza dubbio classificabile come fenomeno di genere. Purtroppo sono sfruttati anche minori di entrambi i generi.
Lo sfruttamento e il favoreggiamento della prostituzione sono proibiti dalla legge 75/1958 (legge Merlin). Sessantuno anni dopo, è lecito domandarsi se non sia il caso di modificare la norma. Nel frattempo, in Europa si sono formati due modelli.
L’uno è rappresentato dal modello proibizionista (detto anche abolizionista o modello nordico), in vigore in Paesi quali Svezia, Islanda, Norvegia e Francia. In questo caso, il cliente commette un crimine sull’assunto che l’acquisto di servizi sessuali sia una forma di violenza poiché non ci può mai essere una libertà di scelta nell’accettare una forma di sottomissione.
L’altro è il modello regolamentarista, portato avanti in Paesi quali Olanda, Germania, Austria e Svizzera. La prostituzione in questo caso è considerata un servizio regolamentato, su cui si pagano tasse e sono previsti controlli sanitari obbligatori.
Con le audizioni in Commissione abbiamo appena iniziato a conoscere il fenomeno, ascoltando inizialmente le associazioni che combattono la tratta e la riduzione in schiavitù da parte di associazioni criminali.. Le testimonianze portate sono state molto chiare nel ribadire che non c’è nessuna libera scelta nel vendere servizi sessuali. Non esistono dati che dimostrano che la liberalizzazione della prostituzione favorisce il decremento della tratta. Il problema da affrontare è la domanda e le modalità per una sua riduzione. Bisogna anche stare sempre all’erta affinché il problema della prostituzione sulle nostre strade non venga declassato a mero problema di decoro urbano. Procederemo ancora con questa indagine al fine di acquisire informazioni una conoscenza che possa portare all’azione, una volta compreso se e come cambiare la legge Merlin.
Per saperne di più:
Video:http://webtv.senato.it/webtv_comm?video_evento=1341
Memorie scritte degli auditi: http://www.senato.it/Leg18/1122?indagine=15