INTERVENTO AS 881 APPLICABILITÀ DELLE LEGGI ELETTORALI
Sono intervenuta in Senato per discutere la riduzione del numero dei parlamentari, la riforma della legge elettorale e l’istituzione del referendum propositivo come nuova forma di democrazia diretta. Ecco il mio intervento:
Grazie Presidente, Senatrici e Senatori
il disegno di legge oggi all’esame dell’Aula è strettamente connesso con la riforma costituzionale che prevede la riduzione del numero dei parlamentari e che avrà un impatto evidente sulla disciplina elettorale.
Tale riduzione, una volta approvata, renderebbe inapplicabile la legge elettorale attualmente vigente. Questo vuoto normativo potrebbe così paralizzare il potere del Presidente della Repubblica di sciogliere le Camere.
Il disegno di legge che ci apprestiamo a votare, pertanto, serve a rendere neutra la legge elettorale, rispetto al numero di parlamentari previsto dalla Costituzione, ed inoltre la rende sempre applicabile comunque venga fissato questo numero di parlamentari, sia esso inferiore o anche ipoteticamente superiore a quello attuale.
Si sostituisce quindi ogni indicazione numerica assoluta dei collegi uninominali delle circoscrizioni con il riferimento ad una frazione del numero totale dei deputati e dei senatori, conservando le disposizioni vigenti per ogni altro aspetto e riducendo al minimo gli interventi normativi. Infine vi è una delega per il Governo per la nuova determinazione geografica dei collegi uninominali e plurinominali.
Grazie a questa misura, il Parlamento rimane rinnovabile e non avremo più il problema di un sistema istituzionale paralizzato in attesa di una nuova modifica elettorale, nel caso di scioglimento delle camere.
Del resto è opportuno rammentare due elementi di discussione e di analisi:
- Primo, nella formulazione approvata dall’Assemblea Costituente il numero dei parlamentari NON era FISSO bensì MOBILE, restando fisso il loro rapporto con la popolazione. Solo con la legge costituzionale n. 2 del 1963 è stato previsto un numero fisso di deputati e senatori. Quindi un numero fisso di deputati e di senatori non è un dogma. E la legge elettorale si è sempre adattata di conseguenza.
- Secondo, il riferimento ad un numero assoluto di seggi e di collegi è stato introdotto dalla legge 165/2017, comunemente nota come Rosatellum bis, mentre precedentemente le diverse leggi elettorali che si sono susseguite nella Repubblica recavano meccanismi per determinare il numero di collegi con una formula applicata al numero dei parlamentari (si pensi al Mattarellum che prevedeva, con il sistema dei collegi uninominali, il 75% degli eletti con il sistema maggioritario e il 25% con il proporzionale).
Le misure proposte in questo intervento normativo riguardante l’applicabilità della legge elettorale sono quindi assolutamente coerenti al nostro dettato costituzionale e alla tradizione delle nostre leggi elettorali.
Fortunatamente, come per la riforma del numero dei parlamentari, anche in questo caso il Parlamento si sta muovendo in maniera circoscritta e precisa. Solo le innovazioni puntuali e mirate possono produrre cambiamenti radicali, senza distruggere le garanzie a tutela di tutti.
In questo senso, il Movimento 5 stelle ha seguito da sempre una linea chiara. Nel programma con cui ci siamo presentati alle elezioni del 2018 abbiamo evidenziato come le grandi riforme istituzionali, che pretendono di sconvolgere le regole che sono di tutti, a beneficio di una parte sola, sono SBAGLIATE. Esse intervengono sulla macchina dello Stato in modo disorganico e confuso, con risultati pessimi.
Questo è stato l’errore dei Governi e dei Parlamenti precedenti che hanno elaborato riforme invasive della nostra Carta costituzionale. Sappiamo tutti com’è andata a finire e l’avete ricordato anche voi in questi giorni: la proposte del Centrodestra con Berlusconi nel 2006 e quella del Centrosinistra con Renzi nel 2016 sono state nettamente respinte dal popolo italiano attraverso UNA VALANGA di NO ai referendum costituzionali. Gli italiani VI HANNO BOCCIATO e tale decisione va non solo rispettata ma anche letta e interpretata da questo Parlamento. La domanda referendaria deve essere chiara. E si deve poter rispondere con un SI o con un NO ad una domanda atomica. Non un prendere o un lasciare rispetto ad un cumulo di provvedimenti, posti tutti insieme. È infatti sufficiente che solo uno di essi non piaccia perché l’elettore rinunci a tutto il pacchetto.
Oggi, NON VOGLIAMO RIPETERE LO STESSO ERRORE.
La revisione del numero dei parlamentari viaggia in stretta connessione al disegno di legge per introdurre il referendum propositivo, un grande istituto di democrazia diretta. Se per un verso razionalizziamo la composizione delle Camere, per un altro rafforziamo il ruolo dei cittadini, restituendo effettivamente lo scettro della democrazia ai cittadini e al popolo con gli strumenti della democrazia diretta e partecipata. Efficienza, rappresentatività e controllo sono legate a doppio filo per noi. Sì perché la democrazia della delega in bianco non è più attuale, i cittadini vogliono partecipare. È nostro compito predisporre strumenti di partecipazione diretta che vadano oltre i like sui social e diano, in maniera istituzionale, effettivo potere di controllo e di decisione. Siamo convinti che la democrazia diretta, affiancata alla democrazia rappresentativa, sarà uno strumento educativo e migliorerà la società, migliorerà i partiti, migliorerà i politici e migliorerà anche i cittadini.
Come vedete, colleghe e colleghi, nulla è stato fatto a caso. Come in altre materie, penso al lavoro, al fisco, alla sicurezza, anche sul piano istituzionale ci stiamo muovendo in maniera organizzata e sincronizzata per rimettere in moto il Paese sulla base di quanto abbiamo promesso ai cittadini che hanno respinto le VOSTRE precedenti proposte di riforma e a marzo scorso hanno votato il MOVIMENTO 5 STELLE per il cambiamento.
Concludo, Sig. Presidente. Con questi provvedimenti, la riduzione del numero dei parlamentari e la presente modifica della legge elettorale, abbiamo davanti una grande occasione: il Parlamento può dare prova di indipendenza e credibilità riformando sé stesso, SIC ET SIMPLICITER, senza salvaguardie o altri paracaduti.
Mi auguro che questo sia il primo passo della stagione delle riforme istituzionali per cambiare in positivo la qualità della politica e della società tutta.