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BANDA ULTRALARGA, OLTRE MILLE CANTIERI NELLE AREE BIANCHE

Obiettivo raggiunto. Il Piano nazionale per la banda ultralarga prosegue e sta dando i primi risultati.

Secondo i dati aggiornati alla settimana scorsa sono 1.033 i cantieri aperti a seguito della firma del contratto di concessione tra Infratel e Open Fiber di giugno scorso  per realizzare infrastrutture a banda ultralarga nelle aree bianche, vale a dire quelle interne e montane. Al 19 novembre 2018 si lavora in 915 cantieri per la posa della fibra ottica e in 118 per la realizzazione del wireless (FWA) nelle zone particolarmente remote.

L’obiettivo previsto per il 2018 è stato raggiunto prima del termine, ma ancora non basta. Mancano due anni per il 2020, quando la diffusione dovrà essere capillare su tutto il territorio nazionale.

Anche in Emilia Romagna i dati sono apprezzabili. Alla fine del 2018 si prevede di arrivare al 75,2% di copertura totale contro il 52% di un anno fa. Nel 2019 il target è il 92%, nel 2020 l’obiettivo è il 100%.

Open Fiber, la società che ha vinto l’appalto di Infratel, ha già contattato molti enti locali. Tuttavia, come riscontrato dall’Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani (Uncem), gli ostacoli non mancano perché “registriamo in molte Regioni delle forti difficoltà sia da parte dei Comuni, sia da parte delle Province”.

Nel dettaglio, Uncem analizza che “molti rallentamenti del Piano, negli ultimi mesi, sono imputabili anche a un sistema autorizzativo troppo lento” e quindi alla burocrazia. Da tale riflessione la richiesta di “limitare i tempi burocratici interni agli enti locali”, includendo nell’elenco i Comuni, le Regioni, Rfi e Anas.

In Emilia Romagna i Comuni di Castelfranco (MO), Cattolica (RN), Forlimpopoli (FC), Mondaino (RN), Montechiarugolo (PR), Podenzano (PC), Riccione (RN), San Giovanni in Marignano (RN) e Scandiano (RE) sono gli ultimi rimasti a dover ancora firmare la convenzione con Infratel, condizione necessaria e urgente per l’avvio della progettazione esecutiva.

Lo Stato ha investito più di tre miliardi di euro per un’opera che l’Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani considera “tra i più grandi piani infrastrutturali italiani degli ultimi due decenni, unico in Europa per colmare il divario digitale tra zone urbane e aree rurali, montane, interne”.

Colmare il divario digitale è una sfida su cui il MoVimento 5 Stelle è da sempre impegnato e a cui sta contribuendo concretamente al Governo e in Parlamento.

Da portavoce del M5S in Senato proseguirò con la mia attività affinché i dati europei che vedono l’Italia agli ultimi posti per il digitale siano ribaltati e Internet libero e sicuro sia uno strumento alla portata di tutti i cittadini, indipendentemente dai luoghi in cui vivono.