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NO EURO-BAVAGLIO, SÌ DIRITTI IN RETE

«La proprietà privata esclude la libertà e proprio su internet ve ne accorgerete». A Modena Ugo Mattei usa una frase forte per lanciare il suo monito contro il bavaglio europeo che si discuterà a breve in Parlamento.
Il giurista italiano non ha voluto negare né l’una né l’altra, ma ha spiegato che tra i due valori esiste una proporzionalità inversa: all’aumentare della prima diminuisce la seconda e viceversa. Così aumentare le restrizioni in internet, come previsto dal testo bocciato da intellettuali e dal MoVimento 5 Stelle, rischia di provocare un drastico decremento di libertà.
«Il 4 luglio ci sarà un nuovo voto sulla privacy su internet e i diritti d’autore – ha spiegato il docente dell’Hastings College of the Law della California – in un testo in cui si garantisce la proprietà privata anche sull’informazione che i giornali mettono sotto forma di titoli. Se cliccate su quella parte state già violando la proprietà intellettuale di chi ha scritto l’articolo. La proprietà intellettuale ti manifesta quanto poco sia coerente con la realtà dire che la proprietà tutela la libertà».
Intervenuto all’auditorium Biagi per il convegno Unimore “Beni comuni, internet, ecologia”, Mattei ha più volte affrontato il nesso tra proprietà privata e libertà. Nella fervente esposizione, tra storia e attualità, l’ospite ha stravolto alcuni stereotipi. «La proprietà privata esclude la libertà», ha scandito a più intervalli.
«La verità oggettiva sui giornali è fortemente ideologica – ha aggiunto Mattei – perché è un’idea talmente sciocca, naif e pelosa che può essere costruita soltanto come ideologia». Nella parte dedicata all’ecologia ha affrontato il tema dell’acqua come bene comune, sottolineando come un aspetto naturale possa non essere così scontato.
«Significa dinamiche e relazioni – ha proseguito l’ospite – perché l’acqua come bene comune è stata oggetto di battaglie ritenute essenziali, con una sollevazione popolare nel 2011. Qualsiasi bene è potenzialmente comune, dipende dal contesto».
Si è tornati così al tema della rete, affrontato in apertura. «Internet come bene comune dipende da chi va dentro a produrre i contenuti – ha concluso Mattei – perché un bene comune è una chiave d’interpretazione del reale».